Capitolo nove | Lessie 1627 - 1894
Dall’altra parte del vetro 1627
1880 il giudice 1628
disse gravemente: 1630
«Mi dispiace. Mi dispiace, davvero, ma, 1631
1885 devi ammettere 1632
una volta per tutte 1633
l'ineluttabile, 1634
inconfutabile 1635
fallimento della comunicazione. 1636
Fece una pausa, poi continuò: 1638
A tutti 1640
ormai 1641
1900 dovrebbe essere chiaro 1642
ciò che è stato 1643
sancito 1644
dal Consiglio 1645
Supremo 1646
1905e dal primo 1647
dei suoi decreti immutabili, 1648
e cioè 1649
che 1650
è impossibile 1651
1910 inventare qualcosa di nuovo. 1652
Assolutamente impossibile. 1653
Nessuno su questa porca terra 1655
1915 può riuscirci.» 1656
Silenzio. Silenzio. Pausa. 1657
«Non è possibile 1658
dire 1659
nulla di nuovo perché non c’è veramente nulla di nuovo 1660
1920da dire. 1661
Non c’è più nulla d’essenziale da scoprire. 1662
Dal Big Bang 1663
ad oggi, 1664
tutto è stato detto. 1665
1925 Ogni suono appartiene al passato. 1666
Amen.» 1667
Si strofinò la faccia con le mani e si stirò il collo con le dita. 1668
«Bisogna arrendersi all’evidenza. 1669
La Storia non ha più senso. 1670
1930La Storia degli uomini è la lunga serie di sinonimi dello stesso vocabolo. 1671
Noi avanziamo nella vita camminando all'indietro. 1672
Storicamente questo è di per se stesso evidente.» 1676
1940 dimenando impercettibilmente il culo sulla seggiola, 1678
di malumore, quasi con disgusto 1679
proseguì: 1680
«La vita è 1681
uno pseudo-evento ripetitivo e déja-vu, 1682
1945 obbedienza al principio della coazione a ripetere. 1683
Non esiste nessuna possibilità di salvarsi, assolutamente nessuna.» 1684
1950«Il pensiero è sempre lo stantio, il passato, il vecchio; il pensiero non può essere nuovo. 1686
La Mente è morta per sempre, la sua reliquia sa di cartilagine bruciata di plastica corrotta. 1687
Io, per esempio, 1688
del cimitero 1690
più grande 1691
1960 dell’universo. 1692
La voce diventava via via accasciata, cavernosa, si spegneva in una specie di borbottio doloroso. 1694
1965«È ormai un fatto condiviso. 1695
1970 Sono tutti d’accordo. 1697
Tutto è stato detto. 1698
L’esistenza umana 1699
si riduce 1700
a pura rappresentazione mimica, a ripetizione pedissequa e meccanica. 1701
1975 Non resta che 1702
scimmiottare 1703
Tutto quanto si è scritto dal diciannovesimo secolo in poi è plagio. 1706
Tutto è 1707
una copia di una copia di una copia. 1708
Non è una questione di falso. Ma di riciclato. Di nausea riciclata. 1709
1985 Per questo 1710
Poi, dopo un silenzio, disse ancora: 1712
Noi viviamo 1714
1995 in una gabbia di parole 1715
insormontabile 1716
composta da 1717
i vuoti e le immensità spietate dell’universo, e 1721
tutto il resto che al mondo c’è da dire 1722
ma 1723
2020 di cui non si può parlare.» 1724
Quando 1725
il giudice, 1726
dall’alto 1727
della Sua Infinita Sapienza, 1728
2025terminò 1729
il suo 1730
resoconto ordinato e scientifico, 1731
Montaggio di elementi in serie. 1733
Enciclopedico 1734
bricolage 1735
di immondizie. 1736
2035 Il giudice 1737
masticò un po’ a vuoto, poi 1738
riprese a parlare 1739
a bassa voce, 1740
«Confesso che 1742
ho un sogno.» 1743
Scoppio di tosse, secco come uno sparo. 1744
fece schioccare la lingua. 1747
«Come ho detto, 1748
Non solo 1750
2060non puoi 1751
ma Tu non hai neppure il diritto di aggiunger qualcosa a quello che già è stato detto. 1752
È la pura verità. 1753
La pura e semplice verità, ecco cosa. 1754
2065 Una verità inoppugnabile 1755
che non ha bisogno di molte parole per essere confermata. 1756
Non c’è 1757
più nulla da dire, 1758
assolutamente nulla. 1759
2070 Può anche non piacerti, 1760
ma la verità è la verità.» 1761
Tacque nuovamente, come se riflettesse a cose profonde… 1762
«Certo, 1763
è ancora lontano il giorno 1764
2075 in cui 1765
raggiungeremo 1766
la tormentosa consapevolezza 1767
di questa verità. 1768
Tuttavia 1769
2080 quando sarà venuto il giorno che attendiamo, 1770
allora finalmente faremo silenzio e non avremo più paura di stare zitti. 1771
Il grande silenzio scenderà su tutto e dappertutto.» 1772
Il giudice lo fissò 1773
con il suo sguardo 1774
2085 legalista, inesorabile e amaro. 1775
Senza sbattere le palpebre. 1776
«E per il bene dell’umanità spero che quel giorno arrivi il più presto possibile.» 1777
2090 Quelle parole erano come aghi, come spine velenose che si conficcavano nella sua mente. 1779
Il suo stomaco brontolò, emettendo suoni gorgoglianti. 1780
«Quindi» 1781
disse Lui 1782
2095 paurosamente pallido, 1783
«se continuiamo a ripetere 1784
sempre le solite ed effimere cose, 1785
è come se fossimo 1786
tutti destinati a sostenere una parte che è già stata recitata infinite volte?» 1787
2100«Ce ne hai messo di tempo a capire» 1788
rispose 1789
il giudice. 1790
Tutto è sempre in un punto che paurosamente circonda lo stesso infinito. 1792
Noi 1793
2110viviamo 1794
in un unico grande 1795
circolo che scorre su se stesso, un sistema chiuso in se stesso, 1796
sempre uguale, afoso, monotono. 1797
È un loop. Un bel loop che gira, gira, gira… 1798
2115 Come una stupida trottola che trottola sul nulla. 1799
Un perpetuo circolo vizioso, per cui si ritorna sempre al punto di partenza. 1800
Per i prossimi 1801
2120 saranno ancora le stesse cose, di nuovo le stesse –
identici attimi,
1803
identici 1804
pensieri, 1805
identici 1806
2125fatti. 1807
Tali e quali. 1808
A tutti gli uomini 1809
non rimane che parafrasare all’infinito 1810
le stesse cose, le stesse parole 1811
2130 di sempre. 1812
RICORDARE IL FUTURO. 1815
Si poteva distinguere con chiarezza il ronzio elettrico 1817
provenire dalla 1818
«Ah gli uomini, gli uomini! Sono una massa di idioti gli uomini! 1820
sempre le stesse cose come se fosse la prima volta.» 1822
Finito di parlare, 1823
il giudice rialzò finalmente la testa. 1824
2145 Lui ansimava. 1825
Si sentì a un tratto immensamente debole, strano, confuso. 1826
S-s-scarsa ossigenazione del c-c-c-cervello. 1827
Si passò una mano nei capelli. 1828
«Ma io… 1829
2150 Che cosa farò, 1830
c-che 1831
che sarà di me?» 1832
fece Lui 1833
con una specie di mesto balbettio. 1834
2155«Diciamocelo: 1835
tu sei 1836
un insubordinato eretico sfacciato e ozioso. 1837
Siamo evidentemente in presenza 1838
di un caso di 1839
2160 Comportamento Irragionevole. 1840
Il Consiglio Supremo 1841
non può 1842
lasciar correre 1843
2165come 1845
la tua. 1846
Che non solo è contraria a tutti gli uomini, ma è anche sommamente 1847
abusiva, cioè disordinata, antisociale, 1848
Per questo 1850
sarai punito, e severamente. 1851
Senza nessuna com-mi-se-ra-zio-ne!» 1852
Fece una pausa, 1853
2175 rimanendo sull’ultimo concetto in forzosa meditazione per la durata di diverse eco. 1854
«È tutto scritto, 1855
mio caro 1856
Lui. 1857
la tua… 1859
ehm… ehm… 1860
Allora, vediamo un po’… Devo consultare il mio…» 1861
Subito il giudice, quasi impacciato, 1862
2185 raccolse il quaderno 1863
che teneva 1864
vicino 1865
al microfono 1866
2190 con impazienza. 1868
Le labbra strette per la concentrazione. 1869
«Aspetta, ecco. 1870
Sembrerebbe di sì.» 1871
Paf! 1872
2195 Chiuse il taccuino con un colpo secco. 1873
«Il verdetto è senza appello. 1874
La condanna 1875
è questa: 1876
Autoesacerbazione 1877
Luogo Comune… 1879
Non potrai salvarti dal vedere ciò che non muore.» 1880
E, dopo una breve pausa, soggiunse 1881
scoppiando in una gran risata 1882
2205finale: 1883
«Ordine Esecutivo: 1884
stai per 1885
essere condotto 1886
in mezzo alle sabbie mobili 1887
2210 del Si stava meglio quando si stava peggio. 1888
Ecco, 1889
l'ho detto. 1890
E così la questione è risolta. 1891
AAUU 1892
Ah, ah, ah, ah ah ah ah ah ah ah
ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah
ah ah ah.»
1894
Come non detto è un mosaico letterario composto da 2000 lessie [*] tratte da altrettante opere di diversi autori. Ogni lessia può comprendere uno o più versi.
La composizione di lessie occupa in successione la parte centrale della pagina. La numerazione dei versi (di 5 in 5) è riportata sulla colonna sinistra, mentre il numero della lessia è indicato sulla colonna di destra preceduto da un piccolo simbolo a forma di freccia.
Cliccando sulla lessia si apre "a tendina" una nota che ci fornisce l'esatta indicazione bibliografica da cui il testo della lessia è tratto.
In calce a ogni nota bibliografica è presente un link che rimanda alla pagina Wikipedia dedicata all'autore della lessia.
[*] Il termine lessia è stato adoperato dal semiologo francese Roland Barthes per denotare le «unità di lettura» ritagliate all'interno del testo. Le lessie, quindi, sono il risultato della «scomposizione (in senso cinematografico) del lavoro di lettura.» (Roland Barthes, S/Z, tr.it. Lidia Lonzi, Einaudi, Torino 1973, p.17)