COME NON DETTO

Poi all’improvviso, misteriosamente, 659

750 due battenti si spalancarono 660

e Lui 661

fu spinto dentro, e la porta fu chiusa con forza 662

alle sue spalle 663

emettendo un forte clangore. 664

755Rimasto solo, 665

in quel luogo fuori del mondo, dove il tempo sembrava sospeso, 666

si guardò attorno, teso e un po’ a disagio. 667

«Lingua di bufalo sottaceto! 668

E che cazzo è?» 669

760 Ebbe la sensazione 670

di essere dentro qualcosa, forse un dipinto che aveva visto
in qualche luogo in quegli ultimi mesi… 671

Oppure 672

un disegno: 673

765le famose prigioni di Piranesi. 674

«Eh già… 675

può darsi.» 676

In effetti, 677

770 le scale costituivano l’elemento più ossessivo. Se ne trovavano
in abbondanza, nello sterminato edificio: scale enfatiche e prolisse che
conducevano ad assurdi stambugi pieni di polvere e ciarpame: altre
strette e irregolari, interrotte a metà da una colonna tirata su alla brava per
puntellare un soffitto pericolante; frammenti di scale sbilenchi, biforcuti,
anomali, che raccordavano piani sfalsati di corpi adiacenti. 678

775Parte del suo fascino risiedeva, era fin troppo chiaro, nel fatto che
quell’ambiente era stato costruito non per l’uomo ma per l’assenza
dell’uomo. 679

A piccoli passi 680

mettendo un piede davanti all’altro con infinita cautela, cominciò a 681

780salire 682

verso il piano superiore. 683

I gradini consumati di una scala di pietra lo portarono al primo piano.
Girò a sinistra 684

e poi imboccò un lungo corridoio oscuro 685

785 e poi ancora 686

un nuovo corridoio, lungo all’incirca quanto il primo. Ancora
a sinistra, finché gli sembrò di spegnersi nel buio, verso una parete con 687

una banale porta metallica. 688

Aprì la porta ed entrò 689

790 in una piccola stanza 690

con travi tinte in rosso. 691

C’erano un televisore a colori e un divano letto.
C’erano, vicino al divano, dei tavolini con qualche lampada e 692

il ritratto di Leibniz. 693

795In fondo, 694

dall’altra parte della stanza 695

si trovava 696

un’altra porta. 697

La raggiunse. 698

800 Aprì la porta e guardò dentro. Quello sguardo fu più che sufficiente 699

per 700

rendersi conto che 701

la stanza 702

era 703

805 uguale a quella di 704

prima. 705

«Che strano!» 706

C'era qualcosa che non quadrava. 707

«È veramente strano…» 708

810continuava a ripetere. 709

Quindi 710

passò 711

dalla seconda stanza alla terza 712

e così via, 713

815 da quella stanza passava in un’altra stanza
esattamente uguale, poi apriva una porta ed entrava in un’altra stanza
esattamente uguale, e poi in un’altra stanza esattamente uguale, 714

finché 715

per caso, 716

820 si ritrovò 717

nella violenta grigità 718

di una 719

grande sala 720

vagamente gotica 721

825lastricata a grandi e severi scacchi bianchi e neri. 722

In quella 723

vasta, incommensurabile aula ipogeica, la volta a nervature incrociate oblique di cemento armato precompresso 724

sembrava 725

830rinchiuderlo 726

come un uccello in gabbia. 727

Lì dentro, 728

l’aria era impregnata 729

835di quell’inconfondibile odore di ospedale fatto di disinfettante, fiori, urina, lenzuola … 730

«Sì, ma perché?» 731

Gli venne in mente 732

l’autopsia 733

alla quale aveva assistito 734

840 poco tempo prima 735

all’Istituto di Anatomia. 736

Rivide con gli occhi della memoria, 737

in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue nuances, 738

845 il cadavere di una vecchia di un’ottantina d’anni, al quale aprivano il naso con delle pinze, e che sezionavano con una sega per vedere le vene e le ossa. 739

«Boh!» 740

si disse, 741

guardandosi sospettosamente intorno. 742

850 La stanza 743

era vuota. In fondo vi era una grande vetrata, e dietro si scorgeva un uomo seduto su una sedia girevole davanti a una consolle 744

con 745

un microfono. 746

855«Ecco 747

il giudice» 748

pensò. 749

«Che lurida carogna. 750

Che persona spietatamente non dotata, che maiale spietatamente grasso.» 751

860 Il giudice 752

stava lì con le mani compostamente incrociate. 753

Aveva 754

865un volto inespressivo, senza altro ornamento che gli occhi, due orifizi come punte di spillo, interamente d’oro trasparente, privi in modo assoluto di vita, ma che guardavano e si lasciavano penetrare. 755

Un mezzo sorrisetto esterno, inclinato da un lato, tra sentimentale e scettico, volava lungo la sua alta mole, come il brillare dell’eco di un riflesso di sole nel cristallo di uno sconosciuto di fronte. 756

Secondo la mitologia creatasi attorno a lui, 757

870 Sua Eccellenza 758

aveva la fama di avere ucciso molte persone, violentato numerose donne e torturato tanta altre gente. 759

Era ovviamente uno psicopatico della peggior specie. 760

Leggeva 761

875la Gazzetta. 762

Ogni giorno 763

s’ingozzava di 764

pop-corn, tacos, salatini, noccioline 765

a quintalate 766

880e per questo 767

si faceva spesso il clistere; era continuamente afflitto da flatulenza; aveva idee ossessive circa i contatti fisici, le diete,
la digestione e l’igiene personale. 768

Per paura di sporcarsi, 769

885 doveva aver fatto 770

pulire a fondo 771

l’intera sala, 772

per questo si sentiva 773

quell’odore di disinfettante… 774

890Lui e 775

il giudice 776

rimasero a fissarsi da un capo all’altro della stanza, entrambi per un attimo paralizzati dall’ombra di remote possibilità. 777

Entrambi 778

895attraversati da 779

una vaga inquietudine 780

che poteva 781

rassomigliare al primo riconoscersi nell’oltretomba di due spiriti che 782

si erano conosciuti 783

900 nelle loro vite precedenti. 784

Per un mezzo minuto intero, 785

rimasero 786

905 immobili, e non parlavano con la bocca, ma le loro menti comunicavano; e i loro occhi luminosi si muovevano e si accendevano mentre i loro pensieri volavano dall’uno all’altro. 787

Cinque minuti di contatto visivo senza interruzioni. 788

Nella loro 789

breve 790

comunicazione telepatica simultanea 791

910riuscirono 792

a scambiarsi delle battute, 793

magnetici messaggi 794

alquanto fugaci. 795

LUI 796

915«Finalmente.» 797

GIUDICE 798

«Guarda che 799

siamo solo all’inizio.» 800

LUI 801

920«Ma pur sempre 802

all’inizio della fine!» 803

GIUDICE 804

«Ti sbagli. Questo è 805

sempre e solo 806

925l’inizio dell’inizio.» 807

LUI 808

«Cosa vorresti insinuare?» 809

GIUDICE 810

«Quello che ho detto. 811

930Detto: 812

participio passato del verbo dire.» 813

LUI 814

«Perché si dice dire per dire dire? 815

Se dicessimo 816

935Tandaradai, 817

oppure, 818

che so io, 819

Ciapatatrapa?» 820

GIUDICE 821

940«Be’, non si può mai sapere se non si prova.» 822

LUI 823

«Quindi 824

non è questo l’unico mondo possibile!» 825

GIUDICE 826

945«Per me 827

sarebbe meglio 828

se il mondo finisse ora, se si morisse tutti in questo minuto!» 829

Poi, all’improvviso, 830

la loro conversazione si spense. 831

950Il giudice 832

afferrò un libretto di annotazioni, l’unico oggetto che era sulla tavola. Era una specie di quaderno di scuola, vecchio, tutto gualcito dal lungo uso. «Dunque» cominciò il giudice sfogliando il quaderno, 833

«dov’eravamo rimasti? Ah, già, non avevamo ancora cominciato.» 834

955Represse uno sbadiglio 835

e cambiando tono: 836

«Eccoci qua. 837

Finalmente 838

ci conosciamo 839

960 carissimo signor 840

Lui. 841

Ho sentito parlare molto di te, 842

in qualità di stimato membro della Borderline Anonimi e come 843

membro della scuola X.» 844

965Tamburellava con le dita sul piano della scrivania. 845

«Tu lo sai 846

perché oggi 847

ti trovi qui? 848

No? 849

970Eh via, 850

via che lo sai… 851

Vedi 852

ci sono 853

un paio di cosette 854

975 che non vanno… 855

A quanto pare, 856

tu non hai 857

violato soltanto le leggi della logica 858

e dell’infallibile 859

980 Articolo I, Sezione 1 860

dell’incommensurabile 861

Libro 862

del Gran Tutto 863

– che si può giustamente chiamare la Bibbia dell’Umanità – 864

985 ma, ciò che è peggio, 865

sei arrivato a 866

sminuire 867

col disprezzo 868

e ridicolizzare 869

990 con spudorata insolenza 870

l’autorità magisteriale 871

del Consiglio 872

Supremo.» 873

Nelle nicchie lungo le pareti erano disposti 874

995 centinaia di altoparlanti 875

che diffondevano 876

la voce del 877

Giudice 878

con un effetto 879

1000surround. 880

In quella voce 881

si percepiva 882

una strana mescolanza di imperiosità,
di grandezza, di pompa e di spirito fanaticamente rigoristico. 883

1005«Le male lingue hanno già fatto circolare la voce che 884

tu saresti 885

uno di quelli 886

che credono di 887

poter ancora 888

1010trovare le parole. Parole che non esistono.» 889

Strappò poi una pagina bianca dal suo taccuino, la sminuzzò, se la ficcò in bocca, la masticò alternando nella guancia destra e in quella sinistra, prese la poltiglia tra le dita 890

1015 e la schiacciò lentamente, fino a ridurla una poltiglia grigiastra fra il pollice e l’indice, che nettò contro 891

il vetro. 892

«Dicono che 893

tu insegni pubblicamente la filosofia 894

del nuovo, 895

1020 delle parole non nate, 896

o, per essere più precisi, 897

del Non Detto. 898

È cosí? 899

Me lo confermi?» 900

1025domandò 901

il giudice. 902

Impercettibilmente: 903

uno sghignazzamento oscuro 904

deformò 905

1030il suo volto. 906

«Nulla di più vero, 907

signor giudice!» 908

rispose Lui. 909

Sbatté le ciglia in modo impercettibile, i suoi occhi brillavano. 910

1035«È bellissimo, non crede? Creo parole, 911

parole nuove, 912

con percorsi che sembrano mimare i meccanismi spontanei di associazione mentale. 913

Parole che demagnetizzano l’infinito, 914

1040 in modo che 915

tutto ciò che è banale deve così potersi infrangere contro ciò che è alieno, profondo, straniante, contro ciò che non si lascia assimilare al già noto.» 916

Lui rise. 917

1045«È un compito che non si conclude mai, 918

essenzialmente senza fine. 919

La riserva di enunciati della lingua è inesauribile. 920

Ed è proprio 921

questo il bello! 922

1050Mi piace dire. Dirò meglio: mi piace parolare…» 923

Lui fece 924

dondolare le braccia avanti e indietro 925

come uno scolaretto annoiato 926

che recita la poesia 927

1055 in piedi 928

sulla sedia. 929

«Qualunque cosa si dica di me non ha importanza. 930

Per quanto mi riguarda, 931

sperimentare è l’unica cosa che mi entusiasma. 932

1060Sperimentare e giocare con le parole e sillabe senza senso. 933

Lo confesso, 934

io ho 935

una grande passione - anzi una vera e propria smania - per la novità. 936

La continua novità come liberazione dalla noia, novità che 937

1065 è una negazione, una bella rivolta che avanza su una trama illimitata di vita.» 938

Lui inclinò un poco la testa. 939

«E se proprio devo essere sincero 940

fino in fondo, 941

1070 non sopporto 942

lo smarrimento incattivito del racket dei cinquantenni che non hanno più niente da dire, lo dicono male, e lo sanno anche troppo bene. 943

Mi fanno schifo. Schifo terribile.» 944

Un malinconico sorriso gli fece tremare gli angoli della bocca. 945

1075«Ricordo come se fosse ieri 946

quando ero un ragazzino. 947

Io e 948

i miei amici 949

1080 ci vantavamo di essere le persone più libere che fossero mai esistite. Come gli hippie, disprezzavamo il materialismo. Eppure 950

di nascosto 951

1085trascorrevamo il tempo in discussioni morbose sulla banalità della vita: tutto era già stato fatto. Il mondo che ci si parava davanti non offriva un’infinita gamma di opportunità, ma un labirinto di piste consunte, simili ai percorsi scavati dai tarli nel legno. 952

Restavamo a discutere fino a mezzanotte e mezza o l'una, fin quando cascavamo addormentati da qualche parte. 953

Io facevo il disinvolto, ma dentro di me pensavo: Cazzo, 954

viviamo una vita falsa, banale… 955

1090Sempre le stesse cose! Sino a quando? 956

Poi 957

un giorno 958

è successo! 959

Se non sbaglio 960

1095 erano le tre del mattino. 961

Mentre, a letto, dormivo sodo, dopo aver osservato le stelle e la Luna, nel sonno mi parve 962

1100– è difficile da spiegare – d'essere a due centimetri da me stesso. Cioè il mio respiro, in entrata e in uscita, era decentrato: il mio io stava di lato, circa due centimetri in là. 963

Mi svegliai. Nel buio della stanza, di notte, 964

la mia grande Mente Scientifica mi disse: 965

Ribaccíamoeo uo-o, i enó-e, a quefo gioanoíno. 966

Cosa significava? 967

1105Il mio nucleo di regolazioni cefaliche 968

andò 969

in cortocircuito. 970

Scesi dal letto. Arrivai al cesso. Mi sedetti sul cacatore. Mi sforzai. Niente.
Mi sforzai ancora. Mi alzai. Niente: 971

1110non capivo. 972

Mi sentivo ridicolo. 973

Voglio dire… 974

Ero stato io 975

stesso 976

1115a parlare, 977

quelle parole 978

me le dicevo io, le pronunciavo, da solo, perché ne avevo bisogno. 979

Eppure 980

o mamma mia!, 981

1120proprio 982

non riuscivo a capire 983

cosa volevo 984

dirmi.» 985

1125Faceva scricchiolare di tanto in tanto le dita, tutto eccitato, le narici gli si gonfiavano nervosamente. 986

«Cominciai quindi a 987

scorrazzare avanti e indietro per la casa, 988

di qua, di là, di su, di giù, 989

alacre come un cocker, 990

1130senza pace, senza rimedio, 991

mangiandomi le unghie come mai in vita mia. 992

Non mi riconoscevo. Ero mezzo pazzo. 993

Ma proprio quando 994

stavo per 995

1135cedere alla 996

rassegnazione, 997

ecco che d’improvviso 998

vidi 999

una luce, 1000

1140i suoi sviluppi termomagnetici e la sua sfolgorante danza d’amore con le altre particelle dell’infinito. 1001

Un nuovo senso della vita. Una folgorazione. 1002

Ero abbacinato. 1003

La verità mi balenò nel cervello 1004

1145e ne rimasi abbagliato: non avevo mai incontrato un pensiero più lucido. 1005

– Che cosa assurda, a ripensarci! – 1006

Cominciai a ridere di me stesso in silenzio, ordinando al mio io più ansioso di sedersi e rilassarsi. 1007

Non stavo più nella pelle. 1008

1150Ma certo, 1009

mi dissi, 1010

Un linguaggio 1011

nuovo! 1012

Per avere 1013

1155idee nuove 1014

bisogna 1015

possedere 1016

un nuovo 1017

linguaggio! 1018

11601165Non è sorprendente che una cosa completamente invisibile nella tua testa possa sembrarti più vera di qualunque altra cosa che tu abbia mai provato prima? Vedi tutto più chiaramente, e sai che stai vedendo più chiaramente. E capisci che questo significa amare la vita, questo intendono tutti coloro che parlano seriamente di Dio. Momenti come questo. 1019

Da allora, 1020

questa storia 1021

di costituire una lingua 1022

nuova, 1023

1170radicalmente diversa, 1024

è diventata un’idea fissa. Ormai non riesco più
a sbarazzarmene: dovunque mi volga, eccola lì, davanti a me! 1025

Mi succhia l’anima.» 1026

Lui lasciò vagare lo sguardo sul pavimento. 1027

1175«In fin dei conti, 1028

non si parla solamente per parlare, per dire ‘ho fatto questo’ ‘ho fatto quello’ ‘ho mangiato e bevuto’, ma si parla per 1029

spingere ancora più lontano la verità, 1030

rompere l’ordine prevalente 1031

1180 di un’epoca. 1032

Si parla per 1033

riscattare il mondo dalla prigionia della sua insignificanza 1034

e mettere fine allo stato di mimetismo che, come un riflesso condizionato, spinge solo alla ripetizione. 1035

1185Le parole non sono “eleganti simboli” per catturare la realtà, ma mondi che si aprono sull’abisso dell’immemorabile e sull’imprevedibile del sempre-futuro!» 1036

Lui sembrava in preda a una grande passione, 1037

quasi mistica. 1038

1190Il suo viso aveva una specie di luce interna. 1039

Gli tremavano le mani 1040

per l’emozione. 1041

Sembrava quasi che le sue parole fossero accompagnate da una fanfara. 1042

«Sì, sì, 1043

1195una nuova lingua 1044

che dilati le possibilità, che cambi le prospettive: 1045

ecco l’opera da compiersi, ecco lo sforzo da fare!» 1046

Dopo aver 1047

pronunciato quelle parole, 1048

1200l’euforia 1049

isterica 1050

di Lui cessò improvvisamente, come se non fosse mai esistita, e dopo un istante disse con un tono di voce volutamente pacato. 1051

«Ogni iniziazione ad un arte è un tempo di fatica più che di piacere. 1052

1205 Sin dall’inizio 1053

sapevo che 1054

avrei dovuto 1055

creare 1056

il mio nuovo 1057

1210linguaggio 1058

1215minuziosamente, con continui raggruppamenti di forze, come un’offensiva, sopportarlo come una fatica, accettarlo come una regola, costruirlo come una chiesa, seguirlo come un regime, vincerlo come un ostacolo, conquistarlo come un’amicizia, sovralimentarlo come un bambino, crearlo come un mondo, senza trascurare quei misteri che non hanno probabilmente spiegazione se non in altri mondi. 1059

Sapevo tutto questo, 1060

ma sapevo anche che 1061

valeva la pena 1062

1220provarci. 1063

Fu così che 1064

mi misi 1065

subito 1066

a giocare 1067

1225 il gioco insano, interminabile, ingannevole di un chimico, che si serve delle parole anziché delle molecole 1068

per 1069

mettere 1070

insieme 1071

1230sincategoremi, 1072

sillabe e suoni 1073

e tutti i 1074

simboli non verbali inventati dall’uomo 1075

in forma di nuove, originali combinazioni 1076

1235del tipo

e del tipo
. 1077

È un gioco 1078

1240per così dire 1079

occulto, sublinguale. 1080

Non esistono norme, né regole. 1081

1245È un po’ come balbettare, ma quando si diviene balbuzienti della lingua e non della parola. Essere uno straniero, ma nella propria lingua, e non semplicemente come chi parla una lingua diversa dalla propria. Essere bilingue, multilingue, ma in una sola, medesima lingua, senza avere nemmeno un dialetto o un gergo. Essere un bastardo, un meticcio, ma per purificazione della razza. È così che lo stile si fa lingua. È così che il linguaggio diventa 1082

1250nuovo, 1083

rivoluzionario, 1084

in tutto e per tutto 1085

inaudito 1086

nella storia del pensiero. 1087

1255Poiché ha in sé non solo una grammatica ma anche una metafisica.» 1088

Si sentiva 1089

schifosamente 1090

sicuro di sé e 1091

come tutti 1092

1260 gli orgogliosi, gli arroganti, i presuntuosi, i saccenti 1093

del cavolo 1094

diventava insopportabile. 1095

«Impiegai 1096

tre mesi per trasformare un’idea inverosimile in una realtà da manicomio. 1097

1265 Per tradurre 1098

l’Impossibile 1099

in 1100

rappresentazioni acustiche 1101

possibili. 1102

1270 Dovetti rifare la realtà secondo altre combinazioni.
Il conosciuto non fu più che un preambolo per immaginare l’ignoto.
I miei impulsi bestiali balzarono al di là del pensiero, dando voce 1103

all’Indicibile 1104

non con la forza della logica ma con quella della 1105

1275 volontà. 1106

È stata una grossa fatica, 1107

un progetto assurdo! 1108

Ma 1109

oggi 1110

1280 finalmente 1111

sono fiero di poter dire 1112

di avere un 1113

linguaggio umano per mezzo del quale noi possiamo parlare, 1114

possiamo formare le parole, e quindi anche i concetti, come vogliamo, 1115

1285senza aver bisogno di 1116

usare 1117

necessariamente 1118

vecchie parole bagnate di saliva.» 1119

La sua supponenza 1120

1290 arrogante fino al delirio 1121

dava il voltastomaco. 1122

«Certo, 1123

un tale idioma costituisce 1124

un linguaggio che 1125

1295 per il momento 1126

può essere inteso soltanto da un’elite, non ancora dall’intera comunità, perché il contenuto spirituale della nostra civiltà non è ancora tanto saldo da poter 1127

intendere 1128

1300 un certo genere di invenzione e di fantasia. 1129

Tuttavia, 1130

– forse, 1131

credo – 1132

un principio di contagio attivissimo 1133

1305 è stato 1134

per così dire inoculato 1135

nelle masse, 1136

nella nostra mente mediocremente razionalistica.» 1137

Gesticolava vivacemente nell’aria 1138

1310 come un uomo fuori di senno 1139

con 1140

le mani tese in avanti e il volto atteggiato a una quasi teatrale felicità. 1141

«Per farla breve, 1142

signor Giudice, 1143

1315 si tratta semplicemente di trovare 1144

tutto quello che non ancora è stato detto 1145

attraverso 1146

un modo d’esprimersi superiore. 1147

Questo è quanto.» 1148

1320Il giudice 1149

ironico: «Una cosa da poco…» 1150

Dopo un silenzio di una durata quasi preoccupante 1151

aggiunse con aria assente: 1152

1325«Bene, da parte mia non ho niente, assolutamente niente da dire contro questo ideale, se può essere realizzato… 1153

Ma allora 1154

spiegami, 1155

almeno in linea di principio: 1156

come si possono creare 1157

1330 le parole 1158

inaudite 1159

che dici tu?» 1160

«Se mi permette, signor giudice, 1161

è semplice, 1162

1335anzi semplicissimo» 1163

disse Lui 1164

in tono pedantesco. 1165

«È sufficiente 1166

13401. trovare il vivente,
2. renderne percepibile il pulsare, e
3. stabilire 1167

di sana pianta 1168

parole che non hanno bisogno di significato. 1169

Si può comunicare visivamente e tattilmente: 1170

1345 l'irrazionalità è una componente importante. 1171

Un simile linguaggio 1172

a-noetico
a-poetico 1173

1350 è intelligenza che si esteriorizza, che produce intuizioni; cioè γγ) Fantasia che fa segno. 1174

Non ha 1175

niente a che fare 1176

con 1177

1355 quella forma special di discordanza dal linguaggio comune che si chiama neologismo. A livello 1178

filogenetico-biologico, dove l’animale uomo si sviluppa nella lotta contro la natura, 1179

questo dire indubbiamente precede il linguaggio che comunica proposizioni e messaggi, 1180

1360perché 1181

trova la sua traduzione e le sue origini in un impulso psichico segreto che è la Parola di prima delle parole, 1182

è prodotto da forze invisibili, segrete, 1183

1365 dal non detto, da quello che il mondo non ha ancora detto di sé e non ha ancora le parole per dire. 1184

L’impresa non è facile 1185

lo so! 1186

Credo che 1187

questa nuova maniera di parlare 1188

1370 richieda forse non poca abnegazione 1189

ed esercizio. 1190

Follia ed empietà. 1191

Perché 1192

non 1193

1375 si tratta infatti di 1194

renderla 1195

‘intelligibile’, cioè ‘possibile’ nel senso del suo accordo con il sapere nomologico, ma 1196

si tratta, molto più semplicemente e concretamente, di 1197

13801385imparare ad argomentare con termini non spiegati e a usare frasi per le quali non sono ancora disponibili regole d’uso chiare. Esattamente come un bambino che comincia a usare le parole prima ancora di capirle, che aggiunge alla sua attività di gioco un numero sempre maggiore di frammenti linguistici non compresi, che scopre il principio dell’attribuzione del significato solo dopo aver praticato per molto tempo quest’attività di gioco – la quale è un presupposto necessario del finale sviluppo del significato –, così l’inventore di una nuova concezione del mondo… dev’essere in grado di dire cose prive di senso finché la quantità di nonsense creati da lui e dai suoi amici è abbastanza grande da dare senso a tutte le sue parti.» 1198

1390 Un attimo di stupefatto silenzio. 1199

«Incredibile» 1200

disse il giudice 1201

in tono teatrale, e fingendo la più grande serietà: 1202

«Proprio bello. Che dottrina profonda! Va al di là della mia comprensione. 1203

1395Mi fa piacere interrogare le persone che sanno ciò che io non so. 1204

Allora bene. Prego. Parla. 1205

Dal momento che, volendo, è possibile, 1206

fammi sentire 1207

qualche parola nuova, 1208

1400una 1209

creazione vera e originale. 1210

Una sola, 1211

sentiamo!» diss’egli con voce vibrante d’impazienza. 1212

Il giudice 1213

1405 con la sua 1214

astutissima ipocrisia 1215

sapeva benissimo che non era possibile, ma voleva vedere se si lasciava scappare 1216

non già 1217

1410qualcosa di nuovo, 1218

di assolutamente inaudito, 1219

ma almeno 1220

qualcosa di eccessivo, 1221

cose strane, 1222

1415 delle porcherie blasfeme e irriverenti, 1223

così, tanto per farsi 1224

delle grandi risate. 1225